L'EMOZIONE DELLA CACCIA ALLE FIORITURE D'ALTA QUOTA ( Parte
I )
Dovete sapere che la passione per la fotografia e per la natura mi ha portato a contatto con ambienti molto diversi fra loro,
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Iniziano le fatiche, foto di F. Tomasinelli |
dalle torbiere della Val d'Aveto, ai torrenti della Val di Vara, ai campi assolati del piacentino, ai laghetti alpini della foresta delle Lame, alle favolose faggete del nostro entroterra fino alle buie e profonde grotte naturali o miniere abbandonate della Val Graveglia.
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Lago di Portette all'alba ed il Rifugio Questa |
Laghi di Fremamorta ancora semighiacciati a fine Luglio |
Però, devo ammettere che l'ambiente al quale sono rimasto più legato è quello di alta montagna in particolare Alpi Liguri, Alpi Marittime e Dolomiti.
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Fatta dalla mia fidanzata Nicoletta sulle Dolomiti!! |
L'obiettivo di queste mie escursioni sono le splendide fioriture d'alta ed altissima quota!!!
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Difficilmente riuscirò a farvi capire l'entusiasmo che provo verso questo genere di fotografia, solo a parlarne sento il cuore che accelera, se con questo nuovo "Report" riuscissi a farvi emozionare almeno un minimo di fronte a soggetti di rara bellezza, allora avrò raggiunto il mio scopo.
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In questo genere di escursioni quasi sempre in solitaria, amo passare intere giornate immerso in ambienti a dir poco splendidi,
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Lungo il percorso, molti nevai da attraversare con MOLTA cautela (Foto F. Tomasinelli) |
trascorrere la notte nei rifugi in quota, |
svegliarmi all'alba, fare un bel respiro profondo d'aria frizzante e salire al "passo"
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Sempre io lungo il percorso, foto di F. Tomasinelli |
per fotografare alla luce calda del primo mattino,
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Silene acaulis ssp excapa, Alpi Marittime |
poi arrampicarmi ove è possibile senza rischi,
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Campanula morettiana, endemita dolomitico, Val di Fassa |
per cercare negli anfratti più nascosti, piccoli tesori botanici che celati alla vista degli escursionisti, rimangano aggrappati a pochi cm di roccia nuda,
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Leucantemopsis alpina, splendide "margherite" d'alta quota, Alpi Marittime |
resistendo stoicamente alle avverse ed estreme condizioni ambientali che vi sono in alta montagna.
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Saxifraga caesia, dopo una grandinata, ama la roccia nuda! Val di Fassa |
Ed è questa caratteristica che mi ha affascinato maggiormente, cioè la serie di adattamenti e trasformazioni che, nel tempo, queste piccole piante hanno subito per poter vivere completamente isolate in tali ambienti.
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Viola argenteria, endemita delle Alpi Marittime |
Quali condizioni estreme??? Luoghi dove le temperature variano di decine di gradi durante l'anno,
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Dianthus pavonius, uno splendido garofanino d'alta montagna, Alpi Marittime |
il forte innevamento produce un'azione meccanica che tende a sradicarle, i raggi UV sono particolarmente potenti, la mancanza d'acqua in Estate ucciderebbe la maggior parte delle altre piante, il vento incessante tende a fargli disperdere, causa evaporazione,i liquidi, frequenti smottamenti mettono a rischio la loro esistenza e non per ultimo sprovveduti escursionisti che, vedendo fiori di tale e rara bellezza, pensano che raccogliendoli, riuscirebbero a farli crescere nei giardini a valle!!!!
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Saponaria pumila sulle rocce vulcaniche dolomitiche (rare) |
Queste piccole piante, hanno radici molto tenaci che s'insinuano nelle micro fenditure della roccia aggrappandosi saldamente ad essa e cercando nel contempo elementi nutritivi dati sia dalla disgregazione della roccia stessa,
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Cerastium latifolium, Val di Fassa |
sia dalle proprie foglie secche che funghi e muffe provvedono a trasformare in nutrienti di base.
Molto spesso le foglie sono simili a quelle delle piante grasse dei deserti, cioè ricche d'acqua immagazzinata ad ogni occasione e di forma tale che la superficie esposta al sole ed al vento sia minima in rapporto al loro volume.
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Saxifraga aizoides in piena fioritura sulle Dolomiti/font> |
Un altro accorgimento è quello della "tomentosità" o peluria che cresce su di esse.
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La lanosa Pulsatilla alpina, Dolomiti |
Questo permette loro di trattenere una specie di "cuscinetto" d'aria umida intorno alla pianta stessa e la conseguenza di ciò è la riduzione dell'evaporazione.
Per riuscire a resistere all'enorme peso della neve invernale, l'adattamento principale è la formazione di un "pulvino",
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Saxifraga caesia in piena fioritura sotto il Pordoi, Dolomiti |
cioè una forma MOLTO compatta della pianta, con le micro foglie una aderente all'altra, al tocco vi assicuro che non si deformano, ciò permette loro di passare un Inverno senza danni e nel contempo, d'Estate, ridurre la superficie di evaporazione.
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Thlaspi rotundifolium ssp corymbosum, amante dei terreni silicei |
La stagione vegetativa ridotta, la povertà di elementi nutritivi e la forte irradiazione UV, inibiscono in parte, durante il giorno, la crescita della pianta che è così costretta a svilupparsi da dopo il tramonto malgrado le eventuali basse temperature non ne facilitino ciò.
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Cerastium uniflorum sulle Dolomiti |
La maggior parte di queste piante non sono annuali ma perenni. Una pianta annuale non riuscirebbe nel breve periodo vegetativo, (ad alte quote anche solo di due mesi!!) a ricrescere completamente, fiorire e poi disperdere i semi nel breve tempo disponibile.
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Il mitico Leontopodium alpinum o stella alpina in tutta la sua bellezza, Alpi Liguri |
Pensate che invece alcune di queste piante perenni, preparano un bocciolo fiorale già dall'Autunno precedente. Questo rimane "immobile" per i mesi invernali, poi appena la prima debole luce inizia a filtrare attraverso l'ultima neve in scioglimento, la pianta si "rianima" e si prepara ad esplodere in una esuberante fioritura precoce che servirà anche ad attirare quei pochi insetti inpollinatori che vivono a queste alte quote.
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Una coppia perfetta, Silene acaulis ssp excapa ed una splendida Venessa cardui, Alpi Marittime |
Pensate che la pianta simbolo delle Alpi Marittime, la Saxifraga florulenta,
potete trovarla solamente in questo gruppo montuoso, non esiste in nessun'altra parte al mondo!! E questa non è la sua caratteristica più affascinate, dovete sapere che questa tesoro delle Marittime, aspetta dai 30 ai 70 anni per fiorire. Quando questo succede, produce un enorme "grappolo" di fiori che disperderanno i semi al vento. Fatto questo la pianta muore, il ciclo è concluso.
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La regina delle Alpi Marittime, la Saxifraga florulenta |
Come vedete ho avuto la forutna di capitare al momento giusto nel posto giusto!!
Vorrei potervi trasmettere l'emozione che provo ogni volta che, dopo lunghe ricerche, riesco a trovare in un anfratto nascosto, una di queste splendide piante in completa fioritura,
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Campanula morettiana. Tanto bella quanto rara! Val di Fassa |
molte volte le foglie rimangano assolutamente celate dall'esuberanza dei fiori che ricoprono integralmente la "piccola creatura".
Fino a qui abbiamo accennato alla "roccia viva", ma ci credereste che diverse piante riescono a vivere e riprodursi senza difficoltà su ghiaioni instabili in forte pendenza???
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Doronicum grandiflorum ai piedi della Pale di S. Martino |
Avete presente quelle grosse franate dove i clasti più grossi sono in fondo e man mano che ci si avvicina alla parete, le pietre che si trovano sono sempre più piccole fino alla grandezza di un ciottolo?
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Papaver rhaeticum in tutta la sua bellezza, Val di Fassa |
Su questi terreni, normalmente faccio un passo avanti e due indietro data l'instabilità del substrato, eppure, malgrado queste difficoltà, diverse specie vivono egregiamente, sfoggiano fioriture incredibili,
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Altro splendido Doronicum grandiflorum in favolosa fioritura, Dolomiti |
hanno radici altamente "evolute" che , allargandosi in senso orizzontale, permettono alla pianta di scivolare più in basso, piano piano e nel contempo non avere danni da ciò.
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Leontopodium alpinum ovvero la mitica Stella alpina, Alpi Liguri |
Tutto questo lo reputo di un fascino senza fine, sono queste le trasformazioni evolutive delle quali vi accennavo, che hanno contribuito a farmi innamorare di questi soggetti, tanto belli quanto adattati ad un ambiente così estremo.
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Leucantemopsis alpina, una pennellata di colore su desolate rocce, Alpi Marittime |
Con questo concludo la prima parte di questo "Report", le foto qui contenute sono tutte del 2009, nella prossima puntata inserirò anche il 2010 che devo ammettere mi sta dando gran soddisfazione!!!!
Spero riuscirete a resistere fino alla seconda parte visto che riserverà vere sorprese!!!
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I segreti del mestiere...non riferiteli a nessuno!!!! (Foto di Remo Bernardello) |
Al prossimo Report!!!!!
Claudio Pia
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